E’ nella cava di sabbia vicina alla cascina Galizia che è stata scoperta una tomba protogolasecchiana databile tra il XII ed il X secolo a.c.; è a pochi passi dal grazioso caseggiato della Galizia che si può calpestare un morbido prato che fu necropoli di epoca imperiale ( I – II secolo d.c.) a testimoniare che questa porzione di terreno, in una zona pianeggiante, fu abitata fin da epoche remote e che ha costituito per i nomadi di ceppo ligure o celtico, in transito lungo le sponde del fiume, un luogo di sosta sicuro. È nella parte più nascosta dell’edificio più antico che si trova, sotto il livello del terreno, una singolare stanza a pianta quadrata con un raro soffitto a volta a crociera con archi ribassati e pavimentazione, lastricata con ciottoli di fiume, con al centro una sorta di vasca ottagonale collegata a canaletti laterali che fa ipotizzare un FONTE BATTESIMALE atto al rito in stile “ambrosiano” per “immersione”. Questa vicinanza tra i luoghi necropoli-battistero suggerisce una continuità spazio-temporale in cui il culto pagano venne sostituito da quello cristiano.
Probabilmente anche la NECROPOLI della Galizia, luogo sacro per i riti pagani durante l’epoca romana, fu trasformato in sito per il culto cristiano.
Poi … la presenza di un locale al piano terreno che ospita su una parete un’immagine sacra e soprattutto l’imponente TORRE COLOMBAIA e la colonna in granito con architrave in legno, non possono che avvalorare l’ipotesi che in epoca medioevale, intorno al XIV secolo, l’insediamento fosse una GRANGIA, cioè un possedimento rurale gestito da un ordine religioso e, nello specifico dei monaci Domenicani che avevano un loro presidio anche a Castelletto di Cuggiono e che, proprio grazie alla costruzione del naviglio Grande, potevano agevolmente trasportare i frutti della terra fino al capolinea di questo nuovo percorso d’acqua, la darsena antistante il convento di Sant’Eustorgio a Milano, la loro sede. Nel 1652 Papa Innocenzo X sopprime tutti i conventi poco numerosi e nel 1653 l’insediamento rurale diviene proprietà della famiglia Galizia, da cui prende l’attuale nome, e il cui stemma, ancora ben visibile con la sua forma “francese”, e la meridiana capeggiano sull’edificio contiguo alla torre colombaia.
Alla famiglia Galizia, nel 1715, seguono i Della Croce, i Bossi, il conte Filippo Maria Stampa e, dal 1737, nuovamente, con il ritorno dei Domenicani a Castelletto, il Convento di Sant’Eustorgio di Milano sino a quando le confraternite religiose vengono soppresse dagli Austriaci ed i beni della Galizia vengono di nuovo venduti a privati sino ad arrivare alla famiglia Naggi che trasforma, dal 1935 agli anni settanta, il fondo in una cava di sabbia e ghiaia